Il
dottor Igor Cenciarelli, presentato dall’insegnante Anna Blois,
funzione strumentale per l’inclusione, ha coinvolto i corsisti
riportando la sua pluriennale esperienza nell’affiancamento agli alunni
con disturbo dello spettro autistico.
Si parla di “spettro autistico” per indicare l'estrema eterogeneità del disturbo e dei quadri clinici.
Certamente
la conoscenza dei tratti comuni connessi alla sindrome è fondamentale
come punto di partenza per l’osservazione, ma pensare a condizioni
standard sarebbe deleterio, sia per la comprensione della realtà
individuale, sia per la strutturazione di percorsi di aiuto e sostegno
allo sviluppo.
L’adozione
di questa prospettiva permette un approccio educativo rivolto non solo e
non tanto al deficit, ma anche e soprattutto alla persona e ai suoi
specifici punti di forza.
Lo
psicologo ha descritto con un linguaggio semplice, comprensibile a
tutti, le tecniche di intervento comportamentale e i principi che ne
sono alla base, ma in un ottica di complessità, mettendo in luce
l'impatto che esse possono avere sugli equilibri all'interno di una
classe e le differenze che esistono tra una situazione "clinica" di
terapia individuale, con singole variabili da tenere sotto controllo, e
la situazione multiforme e di comunità di un gruppo classe.
Esiste un livello di complessità molto elevato (i vissuti e le emozioni delle persone, la situazione di handicap che coinvolge un’ intera comunità e non riguarda solo chi si ritrova con una qualche disabilità) che non è possibile gestire esclusivamente applicando dei "protocolli" predefiniti.
Esiste un livello di complessità molto elevato (i vissuti e le emozioni delle persone, la situazione di handicap che coinvolge un’ intera comunità e non riguarda solo chi si ritrova con una qualche disabilità) che non è possibile gestire esclusivamente applicando dei "protocolli" predefiniti.
Numerose sono state le tematiche affrontate:
Cosa si intende per disturbi dello spettro autistico;
Come favorire la comunicazione;
Come favorire l’interazione sociale;
Con quali tecniche si possono gestire le problematiche comportamentali;
In che modo si può facilitare l’apprendimento del bambino.
E’ fondamentale che per ogni soggetto venga individuato lo stile peculiare di apprendimento e di funzionamento globale, i suoi punti di forza e di debolezza in tutte le aree dello sviluppo, al fine di pianificare un intervento individualizzato e specificatamente orientato alla promozione delle competenze e quindi all’aumento della qualità di vita di quella persona
In che modo si può facilitare l’apprendimento del bambino.
E’ fondamentale che per ogni soggetto venga individuato lo stile peculiare di apprendimento e di funzionamento globale, i suoi punti di forza e di debolezza in tutte le aree dello sviluppo, al fine di pianificare un intervento individualizzato e specificatamente orientato alla promozione delle competenze e quindi all’aumento della qualità di vita di quella persona