mercoledì 31 gennaio 2018
domenica 28 gennaio 2018
AL VIA LE AUDIZIONI DELLA CLASSE AD INDIRIZZO MUSICALE DELLA SCUOLA VIRGILIO DELL'IC ARDEA I
Avviate
le audizioni per la formazione della classe ad indirizzo musicale.
Decine di studenti provenienti da tutte le scuole del territorio di
Ardea, accompagnati dalle proprie famiglie, hanno sostenuto le prove
attitudinali davanti alla commissione composta dai professori Protopapa e
De Angelis, e dei membri esterni Rita Nuti e Antonio D'Augello, che si
ringraziano profondamente per la collaborazione: Pianoforte, Chitarra,
Percussioni e Flauto Traverso, questi gli strumenti scelti per l'avvio
della sperimentazione. L'Istituto crede molto in questa iniziativa.
Le
audizioni si sono chiuse sabato 27 gennaio alle ore 13. Si procederà
alla pubblicazione della graduatoria provvisoria entro il 6 Febbraio.
sabato 27 gennaio 2018
BAMBINI PLUSDOTATI: RICONOSCERLI E SOSTENERLI
Il
quarto incontro del Corso Inclusione, Giovedì 25 gennaio, ha approfondito il
tema della plusdotazione o alto potenziale cognitivo.
Il dottor Arturo Mona,
psicologo e psicoterapeuta è responsabile del centro “Gli Argonauti”, centro per il trattamento dei disturbi
dell'infanzia e dell'adolescenza. Opera sul territorio di Roma e provincia, e rivolge i suoi interventi ai minori (bambini e
adolescenti) con disturbi dell'età evolutiva e alle famiglie. L’identificazione
delle caratteristiche di plusdotazione avviene attraverso la misurazione del Quoziente
intellettivo QI. Tale misurazione è possibile attraverso l’uso di test
standardizzati, somministrati da psicologi specificamente addestrati. La
misurazione del QI permette sia di avere una stima delle abilità cognitive
complessive sia del profilo cognitivo che indichi i principali punti di forza
del bambino. Generalmente, lo psicologo effettua colloqui con i genitori per
ottenere informazioni più complete in merito alla vita del bambino, sia nel
contesto scolastico sia extrascolastico.
La plusdotazione si
riferisce ad abilità superiori alla norma mostrate da un bambino o da un
adulto. Il talento si riferisce all'eccellenza in una particolare abilità, ad
esempio la musica, la memoria, il disegno. Si tratta in entrambi i casi di doti
che emergono precocemente nello sviluppo evolutivo e che spesso sono scambiate
per disturbi o problemi.
Il bambino plusdotato ha una percezione
di sé diversa dagli altri e questa ha spesso una valenza negativa ("ho qualcosa che non va"),
renderlo consapevole e rendere consapevole la famiglia delle sue doti è il
primo passo da compiere. Il secondo passo è quello di attivare tutta una serie
di strategie per rendere meno sofferta al bambino plusdotato la permanenza in
classe tra i compagni e gli insegnanti. Le strategie educative che si sono
dimostrate più efficaci per i bambini plusdotati sono: l'accelerazione che prevede il salto di
uno o più anni scolastici; il raggruppamento che
prevede la formazione di piccoli gruppi di bambini di pari abilità selezionati
in tutto l'istituto per progetti di didattica differenziata; l'arricchimento
che prevede la programmazione di approfondimenti e attività diversificate nel
contesto scolastico (schede, libri integrativi) ed extrascolastico (attività
creative, laboratori con bambini più grandi). La scelta delle strategie più
adeguate è individuale e dev'essere formulata in base alle caratteristiche di
ciascun bambino e in relazione ai suoi contesti di vita. L'applicazione delle
strategie è invece collettiva e richiede la partecipazione e la collaborazione
di tutte le persone coinvolte (genitori, insegnanti, psicologi).
mercoledì 24 gennaio 2018
LA SORDITA' E LA LINGUA DEI SEGNI: STRATEGIE E NUOVE PROSPETTIVE
Il terzo
incontro del Corso di formazione “Questioni di Inclusione” ha affrontato la
somministrazione dei farmaci a scuola e la sordità. Il dott. Francescato
Angelo, responsabile del distretto Asl di Pomezia ed Ardea ha illustrato il protocollo
da seguire per la somministrazione di farmaci in orario scolastico per quegli
alunni affetti da patologie. La somministrazione, vede coinvolti, secondo le proprie
competenze e responsabilità, la famiglia dell’alunno o chi esercita la potestà
genitoriale; la scuola (dirigente scolastico, personale docente e ATA), i
servizi sanitari (i medici di base e le ASL competenti territorialmente), gli
enti locali (operatori assegnati in riferimento al percorso d’integrazione
scolastica e formativa dell’alunno).
Nella
seconda parte del corso si è affrontato il delicato argomento della sordità e
la lingua dei segni. Mauro Iandolo è figlio di sordi segnanti e sin da piccolo
comunica con la LIS. Conosciuto in tutta Italia per essere il primo performer
di musica visiva per sordi interpretando canzoni del repertorio della musica
leggera italiana come Tiziano Ferro, Elisa, Renato Zero. Unendo il suo vissuto
di figlio e la sua esperienza come assistente alla comunicazione ha fatto
riflettere su come comportarsi con un bambino sordo a scuola e come
intervenire.
Il bambino
sordo, nella scuola dell’Infanzia, spesso è apatico o iperattivo perché non ha
la mamma vicino, la sua prima interprete; se ha l’impianto, spesso lo toglie per
fastidio, per questo è fondamentale intervenire con immagini visive supportate
con l’interprete LIS. Nella scuola primaria il bambino ha bisogno di punti di
riferimento che può scegliere in un compagno, nasconde le protesi, preferisce
la lettura labiale anziché l’ascolto, non riesce a gestire la comunicazione con
più di due compagni. Mauro Iandolo coinvolgente gli insegnati spiegando loro
che: “La maggior parte degli alunni sordi
partecipa in forma ridotta alla narrazione di storie per cui si annoia e se si
annoia si chiude, se si chiude è la fine, è necessario allora dare importanza
alle immagini, usare un linguaggio semplice.” Nella scuola secondaria di I
grado, l’alunno ha più consapevolezza pertanto o si accetta la propria
situazione o all’estremo si rifiuta il problema della sordità, entrando anche
in conflitto con l’assistente alla comunicazione poiché è l’unico che può
capire il suo mondo. Si interviene con vari strumenti, uno di questi è la
costruzione di mappe concettuali, stando attenti alla parole chiave: la dott.ssa
Simona Ciciani mostra come realizzare le mappe concettuali affinchè siano facilitatori
dell’apprendimento.
Iandolo conclude
con alcuni consigli su come relazionarsi in presenza di un alunno sordo: mai
dare le spalle allo studente, scandire bene il labiale, parlare sempre in
direzione dell’alunno, servirsi di immagini, mai avere la finestra alle spalle
e utilizzare strumenti tecnologici.
A
conclusione di un incontro fatto di racconti di vita, di ricche esperienze
professionali, Mauro Iandolo ha emozionato la platea dei presenti con la
proiezione delle canzoni di Tiziano Ferro, di Elisa, di Vasco Rossi in LIS.
Il corso continua giovedì 25 gennaio con il dott.
Arturo Mona che parlerà della plusdotazione.SECONDO INCONTRO “QUESTIONI DI INCLUSIONE”: “I DISTURBI DELLO SPETTRO AUTISTICO E LA METODOLOGIA DI INTERVENTO COMPORTAMENTALE"
Il
dottor Igor Cenciarelli, presentato dall’insegnante Anna Blois,
funzione strumentale per l’inclusione, ha coinvolto i corsisti
riportando la sua pluriennale esperienza nell’affiancamento agli alunni
con disturbo dello spettro autistico.
Si parla di “spettro autistico” per indicare l'estrema eterogeneità del disturbo e dei quadri clinici.
Certamente
la conoscenza dei tratti comuni connessi alla sindrome è fondamentale
come punto di partenza per l’osservazione, ma pensare a condizioni
standard sarebbe deleterio, sia per la comprensione della realtà
individuale, sia per la strutturazione di percorsi di aiuto e sostegno
allo sviluppo.
L’adozione
di questa prospettiva permette un approccio educativo rivolto non solo e
non tanto al deficit, ma anche e soprattutto alla persona e ai suoi
specifici punti di forza.
Lo
psicologo ha descritto con un linguaggio semplice, comprensibile a
tutti, le tecniche di intervento comportamentale e i principi che ne
sono alla base, ma in un ottica di complessità, mettendo in luce
l'impatto che esse possono avere sugli equilibri all'interno di una
classe e le differenze che esistono tra una situazione "clinica" di
terapia individuale, con singole variabili da tenere sotto controllo, e
la situazione multiforme e di comunità di un gruppo classe.
Esiste un livello di complessità molto elevato (i vissuti e le emozioni delle persone, la situazione di handicap che coinvolge un’ intera comunità e non riguarda solo chi si ritrova con una qualche disabilità) che non è possibile gestire esclusivamente applicando dei "protocolli" predefiniti.
Esiste un livello di complessità molto elevato (i vissuti e le emozioni delle persone, la situazione di handicap che coinvolge un’ intera comunità e non riguarda solo chi si ritrova con una qualche disabilità) che non è possibile gestire esclusivamente applicando dei "protocolli" predefiniti.
Numerose sono state le tematiche affrontate:
Cosa si intende per disturbi dello spettro autistico;
Come favorire la comunicazione;
Come favorire l’interazione sociale;
Con quali tecniche si possono gestire le problematiche comportamentali;
In che modo si può facilitare l’apprendimento del bambino.
E’ fondamentale che per ogni soggetto venga individuato lo stile peculiare di apprendimento e di funzionamento globale, i suoi punti di forza e di debolezza in tutte le aree dello sviluppo, al fine di pianificare un intervento individualizzato e specificatamente orientato alla promozione delle competenze e quindi all’aumento della qualità di vita di quella persona
In che modo si può facilitare l’apprendimento del bambino.
E’ fondamentale che per ogni soggetto venga individuato lo stile peculiare di apprendimento e di funzionamento globale, i suoi punti di forza e di debolezza in tutte le aree dello sviluppo, al fine di pianificare un intervento individualizzato e specificatamente orientato alla promozione delle competenze e quindi all’aumento della qualità di vita di quella persona
CORSO DI FORMAZIONE IC ARDEA I: A LEZIONE CON CREPET
E’
iniziato il 16 Gennaio la 3° edizione del corso di formazione “Questioni di
inclusione”: un’occasione di formazione per il personale della scuola,
organizzato dall’IC Ardea I, con dedizione e attenzione particolare, per
imparare a conoscere e riconoscere i bisogni degli alunni.
Ad aprire il corso, lo psichiatra e
scrittore Paolo Crepet, presentato dal Dirigente Scolastico prof. Carlo Eufemi.
Le parole del Dirigente Scolastico vanno subito ad un tema che sta a cuore a
tutti in questi giorni: “Mentre noi siamo qui ad interrogarci ancora su come
offrire ai nostri alunni un percorso di studi a misura del singolo, capace di
fare della diversità la vera ricchezza, ci viene tolto il personale AEC che, in
sinergia con la scuola, realizza la vera inclusione”. Sarà lo stesso Crepet
a ritornare sull’argomento, ridando dignità a questi diritti, frutti di anni di
studi, ricerche e battaglie.
Crepet indica la strada per educare: insegnare
l’autonomia, l’autostima e la creatività. E’ cambiata l’educazione: “Una
volta c’erano i genitori inflessibili, ed erano diffuse le sberle anche quelle
preventive”, lo dice con un sorriso lo psichiatra e poi aggiunge “ora si
è fatta largo una melassa, basata sul –fai come ti pare; se lo fai bene;
altrimenti è uguale-”. Tocca le corde dei presenti lo scrittore: “Se i
vostri genitori vi hanno insegnato la fatica di conquistare le cose, perché
avete smesso di farlo con i vostri figli? Siete sul serio contenti di
continuare a finanziare il divertimento dei vostri figli? Paghiamo perché
camminino a quattro zampe e arrivino in come etilico al pronto soccorso?
Vogliamo questo? Il
coraggio è quello di togliere, non quello di aggiungere!”
Togliere, il verbo per una possibile
rivoluzione culturale e antropologica, così spiegata da Crepet: “Se a un
ragazzino dai tutto, gli hai fatto un danno gravissimo, gli hai tolto il
desiderio. Come fai a desiderare quello che già hai? La vita è scoperta. I
bambini e i ragazzi sono iperprotetti e invece dovrebbero sperimentare il
dolore, le cadute, le delusioni: le sconfitte sono momenti formidabili per
imparare.”
Non è mancato il riferimento alla
scuola: “Il 99, 5% dei ragazzi agli esami di maturità è promosso. Ma cosa
puoi fare per essere bocciato? Non studiare non basta…eppure un 4 può essere
un’esperienza meravigliosa” e così si racconta: “Una volta presi 1 in
matematica. Mio padre mi stupì: -1? Fantastico, hai preso più di 0, ora vedi di
recuperare, altrimenti per te sarà il Vietman!- Una scuola che non boccia è una
scuola marcia, Una scuola che insegna il principio che siamo tutti uguali è una
grande bugia. Non siamo tutti uguali. Il merito non si acquisisce in cinque
giorni. La vera trasgressione è studiare, fare le cose fatte bene”
Non usa mezzi termini per dire il suo no
all’uso delle tecnologie (tablet, smartphone) nella scuola del primo ciclo. “I bambini devono inventare: la
manualità è una difesa eccezionale: l’angoscia si stempera facendo,
creando”. Le nuove tecnologie delegano tutto ad una macchina, e rendono
tutto facile, senza conquista, senza desiderio, senza passione.
Crepet, che ha suscitato molte domande e
chiude con un’ulteriore provocazione: “Ma perché non vogliamo farli crescere
questi figli e questi alunni? Forse perché non ci piace che si distacchino?”.
Il corso prosegue, Giovedì 18 Gennaio
con un altro momento formativo prezioso: lo psicologo Igor Cenciarelli sui
disturbi dello spettro autistico e le metodologie d’intervento.
Iscriviti a:
Post (Atom)