domenica 28 gennaio 2018

AL VIA LE AUDIZIONI DELLA CLASSE AD INDIRIZZO MUSICALE DELLA SCUOLA VIRGILIO DELL'IC ARDEA I

Avviate le audizioni per la formazione della classe ad indirizzo musicale. Decine di studenti provenienti da tutte le scuole del territorio di Ardea, accompagnati dalle proprie famiglie, hanno sostenuto le prove attitudinali davanti alla commissione composta dai professori Protopapa e De Angelis, e dei membri esterni Rita Nuti e Antonio D'Augello, che si ringraziano profondamente per la collaborazione: Pianoforte, Chitarra, Percussioni e Flauto Traverso, questi gli strumenti scelti per l'avvio della sperimentazione. L'Istituto crede molto in questa iniziativa.
Le audizioni si sono chiuse sabato 27 gennaio alle ore 13. Si procederà alla pubblicazione della graduatoria provvisoria entro il 6 Febbraio.

sabato 27 gennaio 2018

RASSEGNA STAMPA N.6 DAL 15 AL 24 GENNAIO 2018

BAMBINI PLUSDOTATI: RICONOSCERLI E SOSTENERLI


Il quarto incontro del Corso Inclusione, Giovedì 25 gennaio, ha approfondito il tema della plusdotazione o alto potenziale cognitivo.
Il dottor Arturo Mona, psicologo e psicoterapeuta è responsabile del centro “Gli Argonauti”, centro per il trattamento dei disturbi dell'infanzia e dell'adolescenza. Opera sul territorio di Roma e provincia, e rivolge i suoi interventi ai minori (bambini e adolescenti) con disturbi dell'età evolutiva e alle famiglie. L’identificazione delle caratteristiche di plusdotazione avviene attraverso la misurazione del Quoziente intellettivo QI. Tale misurazione è possibile attraverso l’uso di test standardizzati, somministrati da psicologi specificamente addestrati. La misurazione del QI permette sia di avere una stima delle abilità cognitive complessive sia del profilo cognitivo che indichi i principali punti di forza del bambino. Generalmente, lo psicologo effettua colloqui con i genitori per ottenere informazioni più complete in merito alla vita del bambino, sia nel contesto scolastico sia extrascolastico. 
La plusdotazione si riferisce ad abilità superiori alla norma mostrate da un bambino o da un adulto. Il talento si riferisce all'eccellenza in una particolare abilità, ad esempio la musica, la memoria, il disegno. Si tratta in entrambi i casi di doti che emergono precocemente nello sviluppo evolutivo e che spesso sono scambiate per disturbi o problemi.
Il bambino plusdotato ha  una percezione di sé diversa dagli altri e questa ha spesso una valenza negativa ("ho qualcosa che non va"), renderlo consapevole e rendere consapevole la famiglia delle sue doti è il primo passo da compiere. Il secondo passo è quello di attivare tutta una serie di strategie per rendere meno sofferta al bambino plusdotato la permanenza in classe tra i compagni e gli insegnanti. Le strategie educative che si sono dimostrate più efficaci per i bambini plusdotati sono:  l'accelerazione che prevede il salto di uno o più anni scolastici; il raggruppamento che prevede la formazione di piccoli gruppi di bambini di pari abilità selezionati in tutto l'istituto per progetti di didattica differenziata; l'arricchimento che prevede la programmazione di approfondimenti e attività diversificate nel contesto scolastico (schede, libri integrativi) ed extrascolastico (attività creative, laboratori con bambini più grandi). La scelta delle strategie più adeguate è individuale e dev'essere formulata in base alle caratteristiche di ciascun bambino e in relazione ai suoi contesti di vita. L'applicazione delle strategie è invece collettiva e richiede la partecipazione e la collaborazione di tutte le persone coinvolte (genitori, insegnanti, psicologi).


mercoledì 24 gennaio 2018

LA SORDITA' E LA LINGUA DEI SEGNI: STRATEGIE E NUOVE PROSPETTIVE



Il terzo incontro del Corso di formazione “Questioni di Inclusione” ha affrontato la somministrazione dei farmaci a scuola e la sordità. Il dott. Francescato Angelo, responsabile del distretto Asl di Pomezia ed Ardea ha illustrato il protocollo da seguire per la somministrazione di farmaci in orario scolastico per quegli alunni affetti da patologie. La somministrazione, vede coinvolti, secondo le proprie competenze e responsabilità, la famiglia dell’alunno o chi esercita la potestà genitoriale; la scuola (dirigente scolastico, personale docente e ATA), i servizi sanitari (i medici di base e le ASL competenti territorialmente), gli enti locali (operatori assegnati in riferimento al percorso d’integrazione scolastica e formativa dell’alunno).

Nella seconda parte del corso si è affrontato il delicato argomento della sordità e la lingua dei segni. Mauro Iandolo è figlio di sordi segnanti e sin da piccolo comunica con la LIS. Conosciuto in tutta Italia per essere il primo performer di musica visiva per sordi interpretando canzoni del repertorio della musica leggera italiana come Tiziano Ferro, Elisa, Renato Zero. Unendo il suo vissuto di figlio e la sua esperienza come assistente alla comunicazione ha fatto riflettere su come comportarsi con un bambino sordo a scuola e come intervenire.

Il bambino sordo, nella scuola dell’Infanzia, spesso è apatico o iperattivo perché non ha la mamma vicino, la sua prima interprete; se ha l’impianto, spesso lo toglie per fastidio, per questo è fondamentale intervenire con immagini visive supportate con l’interprete LIS. Nella scuola primaria il bambino ha bisogno di punti di riferimento che può scegliere in un compagno, nasconde le protesi, preferisce la lettura labiale anziché l’ascolto, non riesce a gestire la comunicazione con più di due compagni. Mauro Iandolo coinvolgente gli insegnati spiegando loro che: “La maggior parte degli alunni sordi partecipa in forma ridotta alla narrazione di storie per cui si annoia e se si annoia si chiude, se si chiude è la fine, è necessario allora dare importanza alle immagini, usare un linguaggio semplice.” Nella scuola secondaria di I grado, l’alunno ha più consapevolezza pertanto o si accetta la propria situazione o all’estremo si rifiuta il problema della sordità, entrando anche in conflitto con l’assistente alla comunicazione poiché è l’unico che può capire il suo mondo. Si interviene con vari strumenti, uno di questi è la costruzione di mappe concettuali, stando attenti alla parole chiave: la dott.ssa Simona Ciciani mostra come realizzare le mappe concettuali affinchè siano facilitatori dell’apprendimento.

Iandolo conclude con alcuni consigli su come relazionarsi in presenza di un alunno sordo: mai dare le spalle allo studente, scandire bene il labiale, parlare sempre in direzione dell’alunno, servirsi di immagini, mai avere la finestra alle spalle e utilizzare strumenti tecnologici.

A conclusione di un incontro fatto di racconti di vita, di ricche esperienze professionali, Mauro Iandolo ha emozionato la platea dei presenti con la proiezione delle canzoni di Tiziano Ferro, di Elisa, di Vasco Rossi in LIS.
Il corso continua giovedì 25 gennaio con il dott. Arturo Mona che parlerà della plusdotazione.

SECONDO INCONTRO “QUESTIONI DI INCLUSIONE”: “I DISTURBI DELLO SPETTRO AUTISTICO E LA METODOLOGIA DI INTERVENTO COMPORTAMENTALE"

Il 18 gennaio, la seconda sessione del corso di formazione "Questioni di inclusione" organizzato dall'I.C. Ardea I.
Il dottor Igor Cenciarelli, presentato dall’insegnante Anna Blois, funzione strumentale per l’inclusione, ha coinvolto i corsisti riportando la sua pluriennale esperienza nell’affiancamento agli alunni con disturbo dello spettro autistico.
Si parla di “spettro autistico” per indicare l'estrema eterogeneità del disturbo e dei quadri clinici.
Certamente la conoscenza dei tratti comuni connessi alla sindrome è fondamentale come punto di partenza per l’osservazione, ma pensare a condizioni standard sarebbe deleterio, sia per la comprensione della realtà individuale, sia per la strutturazione di percorsi di aiuto e sostegno allo sviluppo.
L’adozione di questa prospettiva permette un approccio educativo rivolto non solo e non tanto al deficit, ma anche e soprattutto alla persona e ai suoi specifici punti di forza.
Lo psicologo ha descritto con un linguaggio semplice, comprensibile a tutti, le tecniche di intervento comportamentale e i principi che ne sono alla base, ma in un ottica di complessità, mettendo in luce l'impatto che esse possono avere sugli equilibri all'interno di una classe e le differenze che esistono tra una situazione "clinica" di terapia individuale, con singole variabili da tenere sotto controllo, e la situazione multiforme e di comunità di un gruppo classe.
Esiste un livello di complessità molto elevato (i vissuti e le emozioni delle persone, la situazione di handicap che coinvolge un’ intera comunità e non riguarda solo chi si ritrova con una qualche disabilità) che non è possibile gestire esclusivamente applicando dei "protocolli" predefiniti.

Numerose sono state le tematiche affrontate:
Cosa si intende per disturbi dello spettro autistico;
Come favorire la comunicazione; 
Come favorire l’interazione sociale;
Con quali tecniche si possono gestire le problematiche comportamentali;
In che modo si può facilitare  l’apprendimento  del bambino.

E’ fondamentale che per ogni soggetto venga individuato lo stile peculiare di apprendimento e di funzionamento globale, i suoi punti di forza e di debolezza in tutte le aree dello sviluppo, al fine di pianificare un intervento individualizzato e specificatamente orientato alla promozione delle competenze e quindi all’aumento della qualità di vita di quella persona

CORSO DI FORMAZIONE IC ARDEA I: A LEZIONE CON CREPET

E’ iniziato il 16 Gennaio la 3° edizione del corso di formazione “Questioni di inclusione”: un’occasione di formazione per il personale della scuola, organizzato dall’IC Ardea I, con dedizione e attenzione particolare, per imparare a conoscere e riconoscere i bisogni degli alunni.
Ad aprire il corso, lo psichiatra e scrittore Paolo Crepet, presentato dal Dirigente Scolastico prof. Carlo Eufemi. Le parole del Dirigente Scolastico vanno subito ad un tema che sta a cuore a tutti in questi giorni: “Mentre noi siamo qui ad interrogarci ancora su come offrire ai nostri alunni un percorso di studi a misura del singolo, capace di fare della diversità la vera ricchezza, ci viene tolto il personale AEC che, in sinergia con la scuola, realizza la vera inclusione”. Sarà lo stesso Crepet a ritornare sull’argomento, ridando dignità a questi diritti, frutti di anni di studi, ricerche e battaglie.
Crepet indica la strada per educare: insegnare l’autonomia, l’autostima e la creatività. E’ cambiata l’educazione: “Una volta c’erano i genitori inflessibili, ed erano diffuse le sberle anche quelle preventive”, lo dice con un sorriso lo psichiatra e poi aggiunge “ora si è fatta largo una melassa, basata sul –fai come ti pare; se lo fai bene; altrimenti è uguale-”. Tocca le corde dei presenti lo scrittore: “Se i vostri genitori vi hanno insegnato la fatica di conquistare le cose, perché avete smesso di farlo con i vostri figli? Siete sul serio contenti di continuare a finanziare il divertimento dei vostri figli? Paghiamo perché camminino a quattro zampe e arrivino in come etilico al pronto soccorso? Vogliamo questo? Il coraggio è quello di togliere, non quello di aggiungere!”
Togliere, il verbo per una possibile rivoluzione culturale e antropologica, così spiegata da Crepet: “Se a un ragazzino dai tutto, gli hai fatto un danno gravissimo, gli hai tolto il desiderio. Come fai a desiderare quello che già hai? La vita è scoperta. I bambini e i ragazzi sono iperprotetti e invece dovrebbero sperimentare il dolore, le cadute, le delusioni: le sconfitte sono momenti formidabili per imparare.”
Non è mancato il riferimento alla scuola: “Il 99, 5% dei ragazzi agli esami di maturità è promosso. Ma cosa puoi fare per essere bocciato? Non studiare non basta…eppure un 4 può essere un’esperienza meravigliosa” e così si racconta: “Una volta presi 1 in matematica. Mio padre mi stupì: -1? Fantastico, hai preso più di 0, ora vedi di recuperare, altrimenti per te sarà il Vietman!- Una scuola che non boccia è una scuola marcia, Una scuola che insegna il principio che siamo tutti uguali è una grande bugia. Non siamo tutti uguali. Il merito non si acquisisce in cinque giorni. La vera trasgressione è studiare, fare le cose fatte bene
Non usa mezzi termini per dire il suo no all’uso delle tecnologie (tablet, smartphone) nella scuola del primo ciclo. “I bambini devono inventare: la manualità è una difesa eccezionale: l’angoscia si stempera facendo, creando”. Le nuove tecnologie delegano tutto ad una macchina, e rendono tutto facile, senza conquista, senza desiderio, senza passione.
Crepet, che ha suscitato molte domande e chiude con un’ulteriore provocazione: “Ma perché non vogliamo farli crescere questi figli e questi alunni? Forse perché non ci piace che si distacchino?”.

Il corso prosegue, Giovedì 18 Gennaio con un altro momento formativo prezioso: lo psicologo Igor Cenciarelli sui disturbi dello spettro autistico e le metodologie d’intervento.